domenica 27 dicembre 2020

Da Milano al Covid, intervista a 360° al barone nero Roberto Jonghi Lavarini...


Da Milano al Covid: intervista a 360° al barone nero Roberto Jonghi Lavarini.

--- Agenzia NoMi (notizie da Milano) --- Intervista a cura di Paolo Mastrandrea ---

Papa Francesco? “Un eretico che sta distruggendo la Chiesa Cattolica”. Il nuovo presidente USA Biden? “Una marionetta del deep state, salito al potere con corruzione e brogli elettorali”. Il caso Regeni? “Se l’è cercata. Al Sisi è un bravo presidente che combatte il terrorismo”. Il Corona virus? “Una guerra batteriologica, mediatica e psicologica della plutocrazia mondialista”. Le mascherine di sicurezza? “Un truffa, inutile e dannosa, soprattutto all’aperto e per i bambini”. La politica italiana? “Salvo rare eccezioni, in mano a dei miserabili poltronari, ignoranti e incapaci”.

Queste alcune delle dichiarazioni fortemente controcorrente e volutamente provocatorie, del “barone nero” Roberto Jonghi Lavarini, 48 anni, personaggio poliedrico, noto esponente dell'ala dura della destra milanese, già dirigente del MSI, di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore, candidato (primo dei non eletti) con Fratelli d’Italia alle ultime elezioni politiche.

Lei è stato condannato, a due anni, per apologia di fascismo, per una intervista alle Iene…

Non rinnego nulla della mia storia e delle mie idee, ma quella sintesi alterata, mandata in onda senza autorizzazione, non rappresenta il mio pensiero. Si tratta, eventualmente, di reati di opinione, di leggi ideologiche che colpiscono le libertà di pensiero ed espressione. Norme liberticide, da abolire, di un sistema che ha paura del confronto culturale fra prospettive diverse. Abbiamo fatto ricorso e andremo fino in fondo. Comunque, ho promesso al mio avvocato, di non parlare di fascismo, almeno fino alla fine del processo. Viviamo in epoca di tragicomica caccia alle streghe, di censura politica e internet. Poi basta parlare di storia passata, io vorrei parlare di attualità, del presente e del futuro…

Va bene. Allora: è vero che si candiderà sindaco di Milano per una lista civica di estrema destra?

Guardi, alcuni vecchi amici me lo hanno proposto, è vero, ma ho subito cortesemente declinato il loro cortese invito. Tutte le forze patriottiche oggi devono convergere, fare fronte comune con Fratelli d’Italia ed il centrodestra, per cercare di tornare al governo di Milano. Ed in questa prospettiva si stanno muovendo tutti i principali gruppi della cosiddetta "destra radicale" che in città contano insieme un migliaio di militanti, tantissimi simpatizzanti ed un zoccolo duro di consenso elettorale del 3%. Alle prossime elezioni amministrative, io sicuramente non sarò candidato ma, insieme allo storico comitato Destra per Milano, darò il mio pieno e leale sostegno a Fratelli d’Italia, portando il nostro contributo: certamente elettorale ma, soprattutto, valoriale, culturale e progettuale.

Chi sarà secondo lei il candidato sindaco del centrodestra e quali sono le idee giuste per vincere?

Serve un centrodestra unito e allargato, sia a destra che al centro. Bisogna svegliare, motivare e coinvolgere le giovani generazioni, la borghesia produttiva meneghina, e il ceto medio che la sinistra giacobina, serva dei poteri forti e della finanza internazionale, sta massacrando e distruggendo di tasse, burocrazia e, oggi, anche di tragicomiche e inutili restrizioni, con il pretesto del Coronavirus. Ma servono anche risposte forti in tema di: sicurezza, ordine pubblico, pulizia della città, viabilità e parcheggi, tutela sociale delle fasce più deboli della popolazione. Il tempo stringe, ci vuole un candidato che sia già conosciuto e che abbia gli attributi necessari ad una campagna elettorale molto importante quanto difficile. Chi potrebbe essere il candidato giusto per spiazzare gli avversari? Silvio Berlusconi, che potrebbe concludere onorevolmente la sua carriera come sindaco, imprenditore e mecenate, della rinascita della grande Milano.

Che il “barone nero” mi proponesse il moderato Berlusconi proprio non me lo aspettavo…

Guardi, noi vogliamo vincere e visto che sappiamo che, da soli, in questo spazio tempo ed in questo contesto sistemico, ci è impossibile, ci accontentiamo di esserci, di essere determinanti, di portare il nostro piccolo contributo alla coalizione ed al buon governo della nostra città. Vuole che le dica qualcosa “di destra”? Dopo anni di inutile repressione e di ridicoli divieti, noi vogliamo riprendere ad onorare, pacificamente e liberamente, i nostri Caduti, da Sergio Ramelli ai Combattenti del Campo X, come abbiamo sempre fatto, prima delle giunte rossa Pisapia e rosa Sala. Pretendiamo più attenzione da parte delle istituzioni comunali per la storia patria, per le giovani coppie che vogliono sposarsi, per le famiglie tradizionali e numerose, per gli appartenenti ed ex alle Forze Armate e dell’Ordine, per le diverse e numerose comunità cristiane ortodosse presenti anche a Milano. E poi bisognerà ridare ruolo, identità e lustro ai nostri "ghisa", perché i nostri vigili urbani devono essere amati dai milanesi, per la loro presenza sul territorio, perché assicurano regole, ordine e pulizia, e non odiati, perché costretti a fare gli esattori dando multe inutili, solo per fare cassa.

Ultima domanda: si farà vaccinare?

Assolutamente no, non intendo fare da cavia ad un vaccino sperimentale, che modifica irrimediabilmente il nostro DNA (e non sappiamo ancora con quali conseguenze), per combattere un virus mutante sconosciuto, si tratta della più grossa fiction mediatica e speculazione economica mondiale. Io ho fiducia nella scienza, nella medicina e nel progresso tecnologico. Mi sono sempre vaccinato quando era necessario, ma sapevo cosa mi iniettavano, conoscevo bene gli effetti collaterali, dopo decenni di studi, sperimentazioni e statistiche, ora, invece, si tratta di una roulette russa. Se devo arricchire la Pfizer, semmai, mi prendo una pastiglia blu di Viagra per una una notte di follia, non certo la loro pozione magica glaciale per covidioti. E poi, a prescindere dagli sconosciuti effetti collaterali a scoppio ritardato, avete capito che la teorica copertura vaccinale dura solo dai sei ai dodici mesi, e che, comunque, le pecore già vaccinate dovranno sempre indossare le mascherine e tenere le distanze sociali? Si tratta di una inutile e pericolosa follia. Il 95% dei positivi è asintomatico e non contagia, serve una naturale immunità di gregge. Bisogna invece proteggere le categorie a rischio e curare bene i malati: dal plasma iperimmune (a costo quasi zero) alla idrossoclorochina, le alternative valide ci sono. Ma non fanno guadagnare le multinazionali, i politicanti corrotti loro servi, gli pseudo tecnici ed i sedicenti scienziati da passerella e propaganda televisiva.