Movimento Sociale Eurasia è, dal 2018, il nuovo "secondo nome" dello storico MSE - ESM - ESB (Movimento Sociale Europeo - European Social Movement - Europäische Soziale Bewegung) fondato nel 1950 da Ernesto De Marsanich (segretario e deputato del Movimento Sociale Italiano) e rifondato nel 2000 da Roberto Bigliardo (vice segretario ed eurodeputato della Fiamma Tricolore). Il MSE è un movimento politico militante, tradizionalista e patriottico, identitario e cristiano, sociale e sovranista, apartitico e transnazionale. Il MSE è un laboratorio culturale che si ispira liberamente a Platone, Joseph de Maistre, Gabriele D'Annunzio, Julius Evola, Giovanni Gentile ed Ezra Pound, che raccoglie l'eredità ideale di Junio Valerio Borghese, Pio Filippani Ronconi, Jean Thiriart e Jean Marie Le Pen, fondendola con le teorie geopolitiche eurasiatiche e multipolari del filosofo contemporaneo, tradizionalista russo ortodosso, prof. Aleksandr Dugin, insigne accademico e consigliere del presidente Vladimir Putin. Attualmente, il MSE, presente in tutta Italia con circa un migliaio di aderenti, e con contatti politici in tutto il mondo, in attesa dell'assemblea generale che si terrà nella primavera 2023, è retto da un triumvirato di reggenza composto da Roberto Jonghi Lavarini, Costantino Lebano di Lustra e Marco Rigamonti.
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Quello fatto fra gli oltre 700 simpatizzanti del MSE, tutti storici ex dirigenti o militanti della destra sociale italiana, è certo stato un sondaggio gioco dal valore simbolico e non scientifico, ma i risultati sono comunque interessanti, assolutamente realistici e decisamente indicativi. Peraltro era tecnicamente possibile votare una sola volta ed il voto era assolutamente libero ed anonimo. Alla specifica domanda: “Per chi voterà alle prossime elezioni politiche del 25 settembre, lo zoccolo duro della destra missina?” Così hanno risposto: il 44% porrà la propria croce sulla cara vecchia e rassicurante fiammella tricolore ancora presente, sempre più piccola, nel simbolo di Fratelli d’Italia, diventato un grande partito atlantista e di governo, grazie a Giorgia Meloni; il 29% sosterrà due delle sedicenti liste alternative al sistema (divisi equamente fra Italexit di Paragone e Alternativa per l’Italia della inedita e strana coppia Adinolfi - Di Stefano) nella speranza di avere una piccola opposizione nazionale in parlamento; il 17% non andrà a votare o si sfogherà annullando la scheda con ogni genere di simbolo ed improperi; il resto voterà per altre liste, fra queste la Lega con solo il 6% delle preferenze, pochissimo, considerando che nel recente passato l’ex tutto Salvini ha ottenuto il consenso di un terzo inutilmente speranzoso della nostra area.
Per quanto riguarda il Movimento Sociale Europeo - Eurasia, non avendo partiti e liste di riferimento, tranne due amici candidati e consigliati al Senato (Lupo Migliaccio in Emilia Romagna con Alternativa per l’Italia e Pasquale La Gamba in Calabria con Fratelli d’Italia), darà libertà di voto ai propri militanti e simpatizzanti. Ovviamente le nostre intenzioni di voto oscillano fra votare i "meno peggio", turandosi il naso, Fratelli d’Italia e il centrodestra, o sostenere le due liste alternative sopracitate. Il PD, il centrosinistra, l’estrema sinistra antifascista e i 5 Stelle, servili strumenti della plutocrazia mondialista e del pensiero unico arcobaleno, sono nemici della nostra patria e del nostro popolo, quindi, evidentemente, anche della nostra comunità politica. A prescindere dai nostri numerosi dubbi e dal giudizio critico sulle scelte, in politica estera ed economica, ma anche sulla selezione dei candidati e dei dirigenti di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni rimane un'incognita ma, siccome è destinata a vincere, la vedremo presto al governo e la giudicheremo per quello che farà. La questione politica primaria che poniamo è sulla mancanza di una nostra reale sovranità nazionale, chiunque vada al governo, ha le mani legate dagli stretti vincoli internazionali pubblici (Unione Europea, BCE, NATO, Fondo Monetario Internazionale, Organizzazione Mondiale della Sanità) e, ancora peggio, privati (signoraggio bancario, banche, borse, assicurazioni, società finanziarie, circoli capitalisti, mondialisti e massonici) che rappresentano vere e proprie catene, quando non nodi scorsoi, per le nostre libertà e il benessere delle nostre famiglie e imprese. Il problema è che i governi nazionali contano sempre meno e i parlamenti eletti quasi nulla, quindi le elezioni democratiche servono a poco, i cittadini perdono la fiducia nei partiti, nelle istituzioni e nella politica, e sempre più italiani non vanno nemmeno più a votare. Il MSE vuole invertire la rotta, tornare a una buona politica nazionalpopolare, proponendo nuovi modelli meritocratici di partecipazione diretta e nuove relazioni geopolitiche multipolari.
Roberto Jonghi Lavarini, portavoce e coordinatore MSE
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